Il mio voto 2

IN BREVE – Qualità: ★★(★) – Ritmo: OOO – Pubblico: cineamatori*, cinecuriosi*   TWEET Una vecchia megera che ricorda l’inquietante Bette Davis, ma il film è bello solo in potenza.   LA TRAMA Ann (Barbara Steel) è un’anziana donna che vive in solitudine, in uno degli appartamenti di un condominio di un’imprecisata città americana. Il suo affetto di madre è ..

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LA STANZA DELLE FARFALLE

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IN BREVE – Qualità: ★★(★) – Ritmo: OOO – Pubblico: cineamatori*, cinecuriosi*  


TWEET

Una vecchia megera che ricorda l’inquietante Bette Davis, ma il film è bello solo in potenza.  


LA TRAMA

Ann (Barbara Steel) è un’anziana donna che vive in solitudine, in uno degli appartamenti di un condominio di un’imprecisata città americana. Il suo affetto di madre è rivolto alla figlia della vicina di casa, Julie, costretta spesso a rimanere sola per l’incuranza della madre. Ann dimostra affetto e sollecitudine, prendendosi cura di lei e ospitandola in casa. A Julie non è permesso però di entrare nella stanza delle farfalle che nasconde un oscuro segreto. Segreto che viene svelato man mano attraverso un racconto in flashback che coinvolge un’altra bambina, Alice, ben più scaltra e meno indifesa di Julie.


IL COMMENTO

Donne. Dovunque donne. Di ogni età e temperamento. Nessuna di esse sembra vivere un’esistenza normale. Sono vittime, o carnefici, deboli, malate, folli, disperate. Su tutte emerge Barbara Steele, vecchia gloria (e bellezza) del passato. Interpreta qui una vecchia inquietante, spietata e perversa assassina, dietro l’amabile aspetto di una madre ormai nonna premurosa e affettuosa. A farle da contraltare una tenera bambina, furba e opportunista, pronta a riconoscere i bisogni di maternità irrisolti di donne sole e facoltose. Una storia a metà strada tra l’horror e il thriller, che mette in campo dei personaggi piuttosto originali. Un mondo tutto al femminile, costruito su rapporti psicotici e problemi irrisolti tra madre e figlia. Il male che si annida nell’innocenza di una bambina che ha subito imparato dalla madre assente e indifferente, il vantaggio di vendere se stessa. Non venderà il proprio corpo, ma la propria compagnia, quasi fosse una badante di donne anziane, sole e desiderose di essere ancora madri. La furbizia di Alice si incrocia con la follia di Ann in una gara a chi sa essere più perfida. Un personaggio inquietante, che ricorda la lucida follia di Bette Davis in “Che fine ha fatto Baby Jane”. Un parallelo certo un po’ azzardato anche se la presenza e la bravura di Barbara Steele lo rendono possibile. L’appassionato può poi riconoscere, in piccoli camei una galleria di star dell’horror – da Erica Leerhsen (Non aprite quella porta) a Heater Langenkamp (Nighmare – Dal profondo della notte), da Ray Wise (I segreti di Twin Peaks) a Adrienne King (Venerdì 13). Un film che, pur non essendo un capolavoro, si fa apprezzare per molti dei personaggi descritti e per la discreta capacità di creare tensione. Un film italiano che traccia una interessante direzione di sviluppo per il genere in Italia (con una co-produzione Italia e Usa), priva degli eccessi contemporanei e certamente più credibile nei dialoghi delle più recenti opere di Dario Argento. Un film che però non va oltre. Non eccelle nella sua potenziale vocazione all’analisi psicologica e neppure nel ritmo. Ma, tra le innumerevoli uscite horror che si affacciano sul periodo estivo, questa è certamente una buona scelta.


SCHEDA ESSENZIALE

Titolo originale: The Butterfly Room – La stanza delle farfalle – Genere: thriller – Durata: 1h 27 – Regia: Jonathan Zarantonello – Cast: Barbara Steele, Ray Wise, Erica Leerhsen, Heather Langenkamp, Ellery Sprayberry – Produzione: Italia, USA – Uscita: 6 giugno 2013

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